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Ettore Ravelli
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C'è continuità ma manca lo sprint: il Brescia cerca la quadra
15:58 lunedì, 24 gennaio 2022
C'è continuità ma manca lo sprint: il Brescia cerca la quadra

15:58 lunedì, 24 gennaio 2022

Più si parla di una cosa, più questa diventa reale. E quindi alla fine vera. E a questo punto, è vero: il Brescia presenta sintomi da mal di casa che non possono essere sottovalutati. Sono una cosa seria e in quanto seria, va affrontata e a ogni costo combattuta per evitare che si sviluppi la malattia, perché in questo girone di ritorno, il Brescia avrà da giocare una partita in più al «Rigamonti» rispetto all’andata.

Di più: nel caliente mese di febbraio ormai alle porte, quello che darà il «la» a una «winter marathon» con 8 partite in 30 giorni, ci sarà un momento particolarmente cruciale. Tra sabato 19 e martedì 22 infatti, saranno da affrontare in serie presso il domicilio di Mompiano Frosinone e Ascoli. E sarà bene riuscire ad arrivare a quel tempo, dopo una micidiale serie di occasioni perse, con una cura pronta. Per trovare la quale, bisogna andare a cercare la formula che possa combinare tanto gli aspetti mentali quanto quelli prettamente da campo e quindi tecnico-tattici.

Perché ormai nemmeno in casa Brescia ci si nasconde più e si prende in considerazione che parte dei problemi del rendimento casalingo - come ha ammesso anche Jagiello nel dopo partita di sabato - derivino da una questione psicologica. Altrimenti, ad esempio, non si può spiegare nemmeno la differente percezione della tenuta atletica del Brescia, con una condizione (tra l’altro durante la lunga sosta è stato fatto un lavoro molto profondo e accurato) apparsa eccellente contro la Reggina mentre sembrava ci fosse un freno con la Ternana (emblematiche a esempio le prove di Ayé e Moreo con quest’ultimo che s’è «salvato» grazie a una sponda decisiva).

 

Poi però, nell’analisi di un ruolino da 13 punti in 10 gare - media di 1,3 e media complessiva di 1,9 - non può naturalmente non contare il fatto che (per quanto possa apparire paradossale dopo 20 partite giocate da parte di una squadra che punto più o punto meno è in zona promozione diretta praticamente dal giorno 1) manca ancora una dimensione identitaria definitiva. E che anzi il Brescia stia attraversando la terza evoluzione tattica della stagione.

Il 4-3-1-2 è stato identificato come il punto di approdo. Ma è chiaro che c’è ancora da lavorarci. Intanto, è assolutamente imprescindibile un contributo sostanzioso (non a livello numerico, ma qualitativo e in termini di esperienza) da parte del mercato. Poi, è anche necessario capire, in questo assetto, che tipo di ruolo possono avere o trovare un Léris (a Reggio mezz’ala sinistra, sabato mezz’ala destra e qualche dubbio resta) o un Tramoni (mezz’ala pure lui? Trequartista? Giocatore da inserire in corsa solo da esterno?), se è possibile rinunciare a un uomo d’equilibrio come Bertagnoli, quale può essere il miglior assortimento in attacco.

Detto che la cosa basilare è che Inzaghi sia davvero convinto di un tale «trapasso» tattico, la sensazione è che il tecnico sia a sua volta ancora alla ricerca di qualche risposta per una gestione più avveduta di sabato anche in corso d’opera. Ma il ritornello è sempre quello: il Brescia che non convince in casa e che a livello di gioco e prestazioni d’insieme offre pochino, è sempre lì.

Vero che la vittoria di ieri al fotofinish del Lecce proietta potenzialmente i salentini in vetta (mercoledì c’è il recupero con il Vicenza) con eventuale slittamento di Bisoli e compagni al terzo posto. Ma insomma: il concetto non cambierebbe comunque. Il Brescia è sempre lì e lo è anche grazie al quarto risultato utile di fila. Che significa continuità. Da sempre, una delle password per venire a capo dei campionati di serie B. Solo, manca lo sprint - la costante da inizio anno - per il salto di qualità. Per fare lo scattino. In casa, sta molto mancando anche il fattore campo: una squadra in costante zona promozione diretta, non basta a scaldare i cuori e le presenze che anziché aumentare, diminuiscono.

Inoltre, tra le proprie mura, la squadra non sa essere «trascinante» e avrebbe anzi bisogno di essere «trascinata» per provare a diventarlo: ma questa connessione si sta facendo fatica a crearla. A maggior ragione se manca l’apporto della Nord e se come accaduto sabato, il clima è di malcontento «preventivo». Tipo cane che si morde la coda. Forse, se il ruolino del Brescia casa-trasferta fosse ribaltato - vittorie in casa, pareggi fuori - anche a parità di attuali prestazioni a Mompiano, la percezione «popolare» sarebbe diversa. Da parte di tutte le componenti, c’è ancora da fare: ma intanto il Brescia è lì.