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Andrea Lombardi
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Brescia, lo stadio Rigamonti tra i dossier caldi dell'inverno
17:23 martedě, 16 novembre 2021
Brescia, lo stadio Rigamonti tra i dossier caldi dell'inverno

17:23 martedě, 16 novembre 2021

C’è il presente, che è bellissimo ed è tutto quanto da vivere: ma corre l’obbligo di farsi trovare preparatissimi per il prossimo futuro. Pianificare: resta probabilmente questo il verbo preferito del presidente del Brescia Massimo Cellino che di sicuro non è campione della disciplina del godersi l’attimo di cui sopra. Nemmeno se la sua squadra è prima in classifica. O forse soprattutto se la sua squadra è prima in classifica.

Pensa già al domani e a inquadrare i possibili scenari incasellandoli tra costi, benefici, problematiche. E in una società di calcio d’altronde, per chi comanda, presente e prossimo futuro sono connessi. E tanto per cambiare i dossier caldi contenenti temi urgenti, o da affrontare prima che tali diventino, non mancano.

Davanti, scollinata l’ultima sosta - gestita in maniera molto differente dalla prima cercando di dosare meglio il peso specifico del momento tra intensità e pressioni - Inzaghi e i suoi ragazzi sono attesi da 39 giorni - da sabato alla sosta invernale - che saranno no stop con 8 partite che dovranno servire per incanalare la stagione in modo definitivo. E anche per dettare la linea da seguire nel mese di gennaio.

 

Intanto si è deciso di dare una stabilità contrattuale a chi, anche a sorpresa, è diventato (o rimasto) un pilastro contro pronostico: è il caso dei Chancellor, i Mateju, gli Spalek. Oltre che Joronen. Perché uomini tranquilli fanno giocatori tranquilli. Poi, bisognerà rifinire la rosa levando qualche petalo non funzionale o sprecato (vedi i giovani) e magari aggiungere una ciliegina. Le valutazioni sono già in corso.

Ma c’è anche un altro tema che non può restare in secondo piano che è quello della logistica. Se la quotidianità è al «sicuro» tra le mura del centro sportivo di Torbole Casaglia che come da dichiarazioni pubbliche di Cellino a Teletutto andrà presto a patrimonializzare il club, rimangono domande aperte sullo stadio. Sul povero, vecchio e brutto per quanto caro «Rigamonti» che certamente con gli interventi da parte del Brescia a partire dall’anno della serie A è diventato perlomento esteticamente presentabile, ma che per gli standard attuali delle aspettative di chi fruisce di calcio è sempre meno ospitale (certo questa è tra le cause - per quanto non l’unica come abbiamo già avuto modo di osservare nei giorni scorsi - di un flop di spettatori, per quanto in linea con le altre piazze). Oltretutto, le criticità dettate dall’età dell’impianto, richiedono costanti interventi di manutenzione tra una toppa e l’altra.

E se ci dovesse essere alla fine il salto in serie A? (ma anche restando in serie B parecchie problematiche resterebbero tali). Quanto e come occorrerebbe ancora metterci mano per cercare di «tenere botta» sugli standard di sicurezza, ma senza poter davvero far fare un salto alla struttura? Annoso e irrisolto tema della città: ma più passa il tempo, più la situazione si fa in un certo senso precaria e più dalle parti di via Solferino sull’argomento si avverte una crescente preoccupazione e l’intenzione pare essere quella di affrontare l’argomento con la controparte Comune, per cercare di dare e darsi risposte «strutturali».