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Marcell Jacobs: "Vi racconto le mie Olimpiadi"
17:00 mercoledì, 11 agosto 2021
Marcell Jacobs: "Vi racconto le mie Olimpiadi"

17:00 mercoledì, 11 agosto 2021

Si spengono le luci, gli amici se ne vanno. Ma i riflettori restano accesi. Perché ora su Marcell Jacobs risplende l’aurea di quelle due meravigliose medaglie olimpiche del metallo più pregiato e il dopo - ciò che è iniziato l’altra sera con la festa tra parenti, staff e amici più stretti - sarà ancora luminoso grazie alle imprese del desenzanese in terra nipponica.

La maturità sportiva raggiunta dal quasi ventisettenne campione olimpico dei 100 e dei 4x100 è stata anche in una serata sobria per celebrare i trionfi ed il ritorno in Italia dopo più di due settimane in Giappone. Niente sfarzi, niente eccessi, niente iperboli: una semplice tavolata lunga all’aperto in un bel ristorante di Roma, in zona Ponte Milvio, non troppo lontano dal Foro Italico dove spesso si allena e dove ha costruito il suo capolavoro a cinque cerchi. Una serata finita poco dopo la mezzanotte: un po’ per la stanchezza dopo il lungo volo intercontinentale e un po’ perché anche i figli Anthony e Meghan avevano giustamente bisogno di riposo nel silenzio di casa dopo il can-can di una giornata comunque indimenticabile. Condita dagli affetti, dall’emozione di vedere tutta la sua famiglia all’aeroporto ad attenderlo. Dalla cena con Paolo Camossi e del resto dello staff, l’allenatore che ha guidato alla perfezione la squadra capace in due anni di togliere di dosso la paura del fallimento a Marcell, mettendogli lo smalto per risplendere e sprigionando i cavalli del suo motore.

Il vialetto dal suo posto a capotavola all’uscita del ristorante era molto meno dei 100 metri di gloria corsi a Tokyo, eppure ci sono voluti molto più dei 9’’80 che hanno iscritto il nome di Jacobs nel firmamento della velocità. Gli autografi sulle cartoline celebrative, il saluto a zii e cugini, qualche battuta ricordando l’infanzia, qualche «sfottò» che solo chi ha condiviso con lui dolori e gioie può permettersi, compresa una foto con parrucca bianca per formare con alcuni parenti un tricolore. E poi un’instantanea di gruppo con Camossi, il manager Magnani, la mental coach Romanazzi e tutto lo staff. Scatti singoli e «sì» gentili anche agli ultimi clienti rimasti al ristorante. Un saluto generale e un’ultima posa, con i bimbi e la compagna Nicole, per i paparazzi accorsi non appena s’era sparsa la voce che il nuovo «Fulmine» stava festeggiando nella Città Eterna. 

E nel momento della festa, della rilassatezza dopo due settimane da Dio, Jacobs ha trovato anche il tempo per autografare il Giornale di Brescia del 2 agosto, quello con la copertina celebrativa della sua prima medaglia d’oro. E ci ha raccontato le sue Olimpiadi. Non solo dal punto di vista sportivo e delle emozioni provate. Ma anche ricordando il suo legame con Desenzano, dove tutto è partito e dove i primi maestri l’hanno condotto sulla strada che ha portato al successo.