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Il video musicale "partecipato" creato da 17mila persone e dall'intelligenza artificiale
14:54 mercoledì, 15 novembre 2023
Il video musicale "partecipato" creato da 17mila persone e dall'intelligenza artificiale

14:54 mercoledì, 15 novembre 2023

«Sogno un mondo senza numeri». Inizia così «Stormi», nuovo singolo della band torinese Eugenio in Via di Gioia. Un attacco di pezzo quantomeno paradossale visto che alla base del videoclip lanciato oggi ufficialmente ci sono proprio i numeri, quelli di un’intelligenza artificiale ordinati in un algoritmo.

Il video di «Stormi» è infatti un prodotto musicale «partecipato», «il primo al mondo» lo descrivono gli autori, creato insieme all’IA e che raccoglie sotto forma di immagini le paure e i sogni di tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione. «È il primo e unico sogno collettivo, fatto di pensieri individuali che diventano flusso di coscienza comune» secondo le parole del gruppo.

Musica e parole ovviamente sono in toto degli Eugenio in Via di Gioia, le immagini invece sono frutto del contributo di 17.000 persone che in sole 72 ore hanno interagito 10.000 volte con l’intelligenza artificiale, su un sito creato ad hoc, generando 505.750 immagini originali.

«Ognuno si è preso un momento per sé, ha scelto di accedere a questa dimensione e ha avuto la possibilità, in anonimato e con la massima libertà, di scrivere dieci paure e dieci sogni che fossero cose materiali o immateriali, eventi, emozioni, sentimenti, esseri umani o esseri viventi -  la descrizione fornita del modus operandi -. Una volta che ogni partecipante finiva di scrivere l’intelligenza artificiale analizzava, interpretava e trasformava in immagini le parole, mescolate a quelle che rappresentavano paure e sogni di altre persone e con sottofondo musicale proprio “Stormi”»

Il risultato finale è un video musicale veloce e in continuo mutamento, che parla di vita e morte, di inclusione e di guerra, di incubi e di desideri. Un video frutto dell’immaginazione delle persone e dell’onirica e artificiale ispirazione di un algoritmo, un qualcosa che prima non c’era e che di certo non può passare inosservato.

«Ci siamo presi del tempo, abbiamo dato libero sfogo alla nostra insonnia creativa, abbiamo scritto tra le note del telefono e sui fogli dei taccuini gli stormi più personali che affollano la nostra testa -  racconta il gruppo -. Ci siamo accorti che quei mostri e quei sogni, messi l'uno accanto all'altro, sono molto più semplici e affrontabili adesso».