16:24 lunedì, 13 novembre 2023
È in tour da fine ottobre, con ottime risposte di pubblico, anche se negli ultimi giorni Emis Killa ha fatto parlare di sé soprattutto per la polemica con Fedez, una delle tante che sta agitando il mondo del rap (e della trap) da quando il «collega» Shiva è stato arrestato per tentato omicidio.
Venerdì 24 novembre il rapper di Vimercate, al secolo Emiliano Rudolf Giambelli, approda a Brescia con una tappa del tour di «Effetto Notte», concept-album dai risvolti decisamente personali, uscito a maggio 2023: l’appuntamento è al Gran Teatro Morato di Brescia, alle 21.30 (in via San Zeno 168; biglietti in prevendita da 40,70 euro; info su www.zedlive.com). Killa ha parlato in occasione del debutto stagionale, al Mediolanum Forum.
La scelta di fare il Forum è maturata proprio durante la serie di date fatte ai Magazzini Generali l’anno passato. Per il me più piccolo è la realizzazione di un sogno: quando ero molto giovane non l’avrei mai detto, ed è sicuramente un grande traguardo. Si tratta della prima volta che salgo sul palco del Mediolanum Forum per uno show tutto mio: vuole essere una celebrazione della mia carriera nella musica, di come sono cresciuto negli anni e anche di come è cambiato il mio stesso modo di fare musica.
Io sono da sempre e sarò per sempre innamorato del rap, che però è nato in un modo, si è modificato, e continuerà a cambiare, ad evolvere. Quindi ora è meglio parlare di musica urban, che prende varie influenze pure da altri generi. Oggi c’è sicuramente molta più competizione... Vedo in alcuni ragazzi la stessa fame che avevo io, ma qualcuno innamorato del rap come me è difficile da trovare.
«Parole di ghiaccio» (dall’album d’esordio, «L’erba cattiva» del 2012, ndr) piace sempre molto: mi sono chiesto il perché, e credo che sia sicuramente un pezzo multigenerazionale... Quindi non può mancare.
«Effetto Notte» è un progetto che ha richiesto del tempo per essere realizzato (è uscito a distanza di quasi tre anni dal precedente disco di inediti, «17», ndr), proprio come se fosse un film (il titolo fa d’altronde riferimento all’omonimo capolavoro di François Truffaut del 1973, ndr), e di questo ne sono molto orgoglioso. È un progetto denso, in cui c’è molta cura nella scrittura e anche nello scegliere con chi collaborare. C’è tanto me del passato ma pure del presente, pezzi di vita, ispirazioni e molto di ciò che mi ha reso chi sono adesso.